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Non conosco personalmente  Mr. Alex King, da Villa Park, in Illinois: questo è il succo di una sua mail che ho ricevuto il 23 Febbario 2003. “Ho assistito a gare di accelerazione da un sacco di tempo ma non ho mai ben capito la differenza tra le varie Classi. Il tuo sito estremamente dettagliato mi è stato di grandissimo aiuto. Continua così”. Che cosa dovevo fare?

Per iniziare è essenziale capire che le regolamentazioni del drag racing si prefiggono di “permettere a chiunque di gareggiare”, quindi è logico aspettarsi che Categorie e Classi siano numerose. In estrema sintesi si parte dai veicoli “daily driven”, regolarmente targati ed assicurati, così come consegnati dalla Fabbrica; si procede attraverso vari stadi di alaborazione telaistica e motoristica per vetture modificate in varia misura ed anche alterate con trapianti di particolari molto più performanti di quelli previsti dal Costruttore; si arriva infine alle “PRO Classes” nelle quali i veicoli sono costruiti con l’unico scopo di ottenere la massima accelerazione possibile sul quarto di miglio.

Precisato che una Categoria è, molto di frequente, suddivisa in decine di Classi, la Regolamentazione tecnica è dettagliatamente descritta nei “Rule Books” per quello che riguarda telaio, ruote, gomme e sospensioni, motore e trasmissione, carrozzeria (interni compresi) e pilota; una consistente parte del Rule Book è costituita dalle “General Regulations” il cui contenuto può essere condensato in “misure di sicurezza” relative alla costruzione od elaborazione del mezzo.

Il riferimento costante (per quello che mi riguarda) è alla National Hot Rod Association (brevemente N.H.R.A.) perchè è il più vecchio Organismo a regolamentare in materia (dal 1951) ed è il più diffuso, potendo contare circa 50.000 piloti dotati di licenza Sportsman (dilettanti) o PRO (professionals): per inciso la Regolamantazione vigente in Europa, quella della F.I.A., è derivata da quella N.H.R.A. (Karl Olson, 1993).

Un valido supporto, per capire la suddivisione in Categorie, è fornito agli iscritti (circa 80.000) all’inizio di ogni anno con un supplemento a National Dragster (48 numeri l’anno), la “Fan Guide” che, oltre ad un panorama della stagione appena passata, fornisce notizie utili anche nel settore di Categorie e Classi.

Negli U.S.A., non ancora in Europa, vi sono altre Associations, vecchie e nuove, che si distinguono dalla N.H.R.A. per dettagli regolamentari, maggior presenza in certi Stati, e, soprattutto, differente denominazione delle Categorie. Infine è possibile correre sulla Strip vicina a casa (si tratta di più di trecento impianti, alcuni solo stagionali, ben 140 dei quali affiliati n.H.R.A.) in “prove” che trovano descrizione in “The Race”.

Ultima precisazione: a seconda delle caratteristiche delle auto sono previsti sistemi di partenza differenziati: vedi “The race” ed “ET Racing”.

Classi “STOCK”. Carrozzeria ed interni così come consegnati dalla Fabbrica (luci, tergicristallo, clacson funzionanti anche in pista) per veicoli prodotti dal 1960 in poi; motore e trasmissione originali comprendono collettori di aspirazione e scarico, carburatore od impianti di iniezione; rapporti al cambio ed al ponte previsti dal Costruttore; possibilità limitate di sostituzione delle sospensioni posteriori con l’ integrazione delle “traction bars”; ammesse le slicks al retrotreno con limitazione della larghezza a 9 pollici (poco meno di 23 centimetri). 22 Classi per auto con cambio manuale; 22 per auto con cambio automatico; 5 Classi per vetture a trazione anteriore; 13 Classi per auto originariamente dotate di iniezione di benzina (Fuel Injection).

Classi “SUPER STOCK”. In modo sbrigativo potrebbero essere descritte com “muscle cars” od auto di normale produzione Gran Turismo. Ammesse molte più modifiche. Carrozzeria originale; il motore deve mantenere il monoblocco consegnato dalla Fabbrica e le testate originali, è possibile “completarlo” con aftermarket parts ivi compresi i condotti, pistoni, valvole ed assi a cammes (c’è un apposito elenco di parti approvate); cambio con il medesimo numero di marce previste in origine ma ampia possibilità di “tuning” ed utilizzo di aftermarkets; sospensioni e freni possono essere modificati al retrotreno per migliorare la trazione; slicks al retrotreno con larghezza massima di 14 pollici e mezzo (meno di 37 centimetri). 16 Classi per auto con trasmissione manuale; 16 Classi per le automatiche. Curiosità: la Classe SS/AH è riservata a due modelli di muscle car: Dodge Dart e Plymouth Barracuda del 1968.

Classi “COMPETITION”. Mr. Alex King, molto probabilmente, si riferiva a questa Categoria quando dichiarava di non essere mai riuscito a capirci un gran chè: da molti anni la N.H.R.A. ha raggruppato sotto questa denominazione praticamente tutto ciò che fino agli anno settanta era molto più distinto: il motivo di questo accorpamento è dovuto alla generalizzata diffusione del “bracket racing” dove il confronto tra due concorrenti avviene più in base “al tempo dichiarato” che non alle caratteristiche tecniche della vettura. Lungo gli ultimi venti, venticinque anni il lavoro di raccolta dei dati registrati in pista ha permesso di assegnare a ciascuna Classe di veicolo un “index”, tempo topico o statistica dei tempi “che dovrebbero essere normali per una macchina ben costruita”. Le 85 Classi in cui si divide questa Categoria comprendono roadsters con motore a quattro cilindri e dragsters a motore anteriore o posteriore, carrozzerie originali ed altre altamente modificate, alimentazione atmosferica e forzata (turbo o volumetrici ed anche N.O.S.), benzina ed alcool. Per capire bene bisogna ritornare ai vecchi concetti di “Modified” ed “Altered”. “MODIFIED” è ciò che viene modificato partendo dal concetto di vettura così come è consegnata al Cliente, lasciando inalterata la filosofia di progetto: non è possibile spostare il motore all’indietro, più di certe percentuali, ad esempio; la carrozzeria deve essere riconoscibile al primo colpo d’occhio anche quando il tetto viene chopped, in limitata misura. Il motore può essere scelto tra i vari optionals offerti “per quel modello” ma non un HEMI su una cabriolet che non lo prevedeva. “ALTERED” è il passo successivo: trapianti di parti in abbondanza fino a stravolgere la filosofia di progetto, tanto che qualcuno ha definito le “altered cars” come “hot rods da competizione”. Il prototipo delle altereds è raffigurato in alto: telaio autocostruito con passo totalmente differente da quello del “body” e trapianto di V8 e trasmissione automatica sotto la carrozzeria della Fiat “Topolino”. Scarichi liberi, wheelie bars, enormi slicks e roll-cage tra i fianchi del tettuccio rendono bene l’idea. Le specifiche tecniche del Rule Book sono quelle necessarie al superamento della “Safety Inspection” nella pit-area, ma la competizione è regolata dagli “index” assegnati “d’ufficio” ed aggiornati in un data-base pubblicato settimanalmente su National Dragster.

“SUPER COMP”. Classe unica. Index 8”.90 Comprende, per lo più dragsters dalle diferenti architetture, alimentazione e propulsori con ampia gamma di possibilità, che corrono con lo scopo di avvicinarsi il più possibile all’index di Classe, pur essendo capaci di scendere sotto quell’ET.

“SUPER GAS”. Classe unica. Index 9”.90 Come i Super Comp, macchine a ruote coperte (compresi i roadster, obbligatoria la guida a sinistra) che hanno un Index di Classe più alto. Vedi “The Race” ed “E.T. Racing”

Classi Semiprofessionali “TOP ALCOHOL FUNNY CAR” e “TOP ALCOHOL DRAGSTER”. La definizione classica (anche quella ufficiale della N.H.R.A.) fa riferimento alle due Classi superiori (Funny Cars e Top Fuels, PRO) lasciando intendere che si tratta di sorelle o fratelli minori: in effetti cilindrate e sistemi di alimentazione, particolari della trasmissione e diametro delle slicks sono leggermente differenti e si traducono in tempi (e velocità di uscita) inferiori. La specifica “Alcohol” non ha nulla a che fare con il carburante ammesso, è solo retaggio di vecchie regole.

“PRO STOCK MOTORCYCLE”. Classe unica. Nel liguaggio parlato “Pro Stock Bike”.Telaio in tubi di acciaio al cromo-molibdeno integrato dal telaietto delle wheelie bars; replica in materiale sintetico (anche fibra di carbonio), affinato aereodinamicamente, del body originale; motori prevalentemente Harley Davidson (da pochi anni), Suzuki e Kawasaki con ampie possibilità di elaborazione; limiti di cilindrata diversi per ogni tipo di architettura (bicilindrici a V o bicilindri e 4 in linea); ammessa l’iniezione di benzina ad alto numero di ottani (“racing gasoline”) ma non altri combustibili; cambio con un massimo di sei marce esclusivamente comandato dal rider.

“PRO STOCK”. Classe unica. La Fan Guide 2006 le definisce “hot rods costruiti dalla Fabbrica” ma non è esatto, anche se le Big Threes profondono molto impegno in questa classe basata su repliche di carrozzeria regolarmente prodotte a partire dal 2001. Sotto il body è, in effetti, possibile trovare quanto di meglio è prodotto da Ford, General Motors e Chrysler, ma il lavori di “fine tuning” è tutto svolto da capacissimi e specializzatissimi meccanici. Monoblocco limitato alla cilindrata di 500 pollici cubi (c.c. 8193,5), due soli quadricorpo e benzina in commercio (“pump gasoline”); cambio esclusivamente manuale con un massimo di 5 marce e retromarcia; possono erogare più di 1.300 hap S.A.E. al banco-prova.

“FUNNY CAR”. Classe Unica. Si tratta del risultato evolutivo, iniziato a metà anni sessanta, del concetto di “Altered”: anzichè stravolgere una Topolino, una Ford T od un’Anglia, si iniziò a lavorare su carrozzerie più attuali e passando dalle vecchie regolamentazioni “Modified Production” e “Factory Experimental” si è arrivati alla “Funny Car”: una “covered wheels” costruita esclusivamente per ottenere il massimo dell’accelerazione “con un passo corto”. Telaio in tubi di acciaio al cromo-molibdeno integrato da roll-cage “N.A.S.C.A.R. type” e da wheelie bars posteriori; differenziale in monofusione e retrotreno rigido (senza sospensioni); slicks larghe 18 pollici (quasi 46 centimetri). Carburante: 85% di nitrometano misclato ad alcool di varia natura.

“TOP FUEL DRAGSTER”. Classe unica. Abbreviato “Top Fuel”. Il primo dragster della storia era un veicolo ricavato da un roadster, spogliato di tutto ciò che “non serviva”: un telaio, quattro ruote, il motore, un radiatore ed il serbatoio, il sedile per il pilota. Sviluppando questo concetto si è arrivati ad un veicolo lunghissimo (sette metri e mezzo) e molto stretto, basato su un telaio in tubi (passo da 180 a 300 pollici, da cm. 457 a cm. 762) completo di roll-cage e wheelie bars, sul quale si monta un motore simile a quello delle Funny Cars (le specifiche sono pressochè identiche) che sviluppa dai sette agli ottomila HP S.A.E. su slicks larghe sempre 18 pollici: in breve il massimo dell’accelerazione “con passo lungo”. I Top Fuels contano su carichi aereodinamici elevatissimi (circa 6.000 kg.) assicurati dall’alettone posteriore (aderenza) e su appendici anteriori (direzionalità). Il motore (come quello delle Funny Cars) è raffreddato ad acqua ma non è presente il radiatore, bensì un apposito contenitore.

Classi “E.T.” BRACKETS. Classi “SPORT COMPACT” (una mezza dozzina di Classi). Classi “SUPER STREET” (index 10”.90). Sono Classi distinte rispetto a quelle che disputano il Campionato Nazionale, incluse in serie di Events sponsorizzati e disputati nell’ambito di campagne promozionali: la differenza è generalmente focalizzata sul “bracket racing”, un modo di correre più che la suddivisione in classi.

“PRO MODIFIED”. In gergo “Pro Mod”. Incluse nella Categoria “Competition” della N.H.R.A., sono veicoli a parte in altre Association (I.H.R.A.): replica di una carrozzeria originale abbondantemente ridotta, telaio in tubi e “mountain motors” (cilindrate esagerate) aspirati o supercompressi: per la N.H.R.A. sono divise in due Classi: alimentazione atmosferica e benzina con iniezione di perossido d’azoto e cilindrata fino a 711 cubic inches (11.651 c.c.) o supercompressi ed alimentazione a metanolo fino a 527 c.i. (8.636 c.c.).

“GAS”. Non più in uso, ma popolarissime negli anni sessanta e settanta. Il termine deriva da “gasoline” (benzina) e designava veicoli moderatamente elaborati, soprattutto nella parte telaio-motore-trasmissione, con l’impiego di carrozzerie non rielaborate ed alimentazione esclusivamente a benzina in commercio: le prime mantenevano addirittura gli interni. Popolarissime le Anglia Berlina, Le Willis 1937 e 1941 “5 windows” ed anche le Chevrolet “Bel Air”. Sopravvivono nel circuito delle gare d’accelerazione con mezzi d’epoca.

“EXIBITION VEHICLES”. Veicoli da esibizione, come le “JET FUNNY CARS”, i “JET DRAGSTERS” ed i “JET TRUCKS”, ovviamente spinti da motori a reazione. La N.H.R.A. limita ad un solo veicolo per volta i passaggi sulla strip, per motivi di sicurezza. I propulsori sono alimentati a cherosene. Exibition veicles sono anche i cosiddetti “WHEELSTANDERS” in grado di percorrere il quarto di miglio interamente con il muso abbondantemente sollevato da terra per una particolare distribuzione delle masse che non è quella ottimale per una drag-car regolamentare.

“RUN WHAT YA BRUNG” Non è una Classe od una Categoria. Significa “corri con quello che hai” e deriva dalla scarsità di regole che caratterizzava i “meetings” sui laghi e le drag races degli albori. E’ usato dai proprietari di piste per incrementare la diffusione della drag race e far capire che si può correre con la vettura di tutti i giorni.

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Già dalla fine degli anni quaranta si poteva correre in accelerazione con la vettura di famiglia: anche allora la classificazione era “STOCK”.

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Il moderno aspetto di una vettura iscritta nelle Classi “STOCK”: ricordo che le modifiche possibili sono contenute nel RuleBook ed in bollettini di aggiornamento rilasciati agli iscritti: usuale il “blueprinting” di tutta la macchina.

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Se la vettura è dotata di cambio automatico viene iscritta nelle Classi “STOCK AUTOMATIC” (SA dopo barra): tutto il resto è comune.

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“SUPER STOCK” (SS prima della barra): in pratica “muscle cars” con relativamente ampia possibilità di utillizzare aftermarket parts e tuning delle sospensioni posteriori per migliorare le doti di trazione.

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Quando si legge un tempo (10:27 sul parabrezza della Camaro a sinistra) si tratta di handicap racing o bracket racing. La Classificazione è leggermente più difficile da capire.

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Questa Chevrolet porta l’indicazione della Categoria di appartenenza S/G: SUPER GAS. Il RuleBook precisa innanzitutto che l’Indice di questa Classe è 9”.90 e passa poi ad elencare le caratteristiche tecniche in base alle quali la vettura può essere iscritta in questa Classe.

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Con le “ALTERED” (B/AA con trasmissione automatica, in questo caso) le cose cambiano profondamente: in questa Categoria (“Altered & Street Roadster”) vi sono 34 Classi ottenute dividendo il peso della vettura per la cilindrata del motore e tenendo conto di minimi di peso. Per tutte le Classi valgono limitazioni tecniche che sono verificate in PitArea dai Techs durante le verifiche. le ALTEREDs competono contro altre Categorie in regime di handicaps prestabiliti, senza penalità in caso di breakout.

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“STREET ROADSTER” il compagno dell’Altered raffigurata sopra: tre Classi specifiche con limitazioni tecniche particolari (diverse dalle covered wheels). Un pò di confusione è concepibile se si osserva la carrozzeria: non può essere iscritta nella “Super Gas” perchè ha la posizione di guida centrale.

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“ECONO DRAGSTER”: 7 Classi per veicoli su cui vengono montati motori di differente cilindrata, non dotati di compressore, esclusivamente alimentati a benzina ad alto numero di ottani (“racing gasoline”) solo ed esclusivamente tramite carburatori della portata massima di 750 CFM.

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Anche se tecnicamente è un “roadster” (con carrozzeria priva di tettuccio) questa macchina corre nelle SUPER GAS: ha la guida a sinistra come prescritto nel RuleBook. Da non confondere con la “street roadster” di sopra.

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“MODIFIED”: è praticamente una “super stock” più modificata: ad esempio, se nel passaruota (senza modifiche) è possibile montare una slick più larga dei 14 pollici e mezzo ammessi per le “super stock”, si ha una “modified”.

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“TOP ALCOHOL FUNNY CAR”, TAFC: come già detto, la sorella minore delle FC. Le differenze risiedono nella cilindrata (un poco più alta rispetto al limite dei 500 c.i.) e nel tipo di compressore impiegato. Nel caso specifico le “covered wheels” bruciano esclusivamente metanolo.

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“TOP ALCOHOL DRAGSTER”, TAD: potenze e prestazioni sensibilmente inferiori rispetto ai “Top Fuel” che si ottengono attraverso tre differenti “scuole di pensiero”: motore non supercompresso e nitrometano; motore supercompresso con due tipi di compressore (Roots o non-Roots) ed alimentazione a metanolo.

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“PRO STOCK MOTORCYCLE”: Classe unica e “professional” per moto dalle differenti motorizzazioni: una sfida tra Harley Davidson e marche giapponesi.

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Vecchia “MODIFIED PRODUCTION” (anni sessanta e settanta) che ha dato rigine alle attuali “Modified”.

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Venticinque anni fa (circa) questo era l’aspetto delle “Super Stock”: nell’immagine la “Cuda” di Sox & Martin dotata di cambio manuale a 4 rapporti, superbamente guidata da Ronnie Sox, “Mister Shifter”.

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“PRO STOCK”: Classe unica per “professionals”. Da elementi regolarmente in produzione e con due soli (“two and only two”, dice il rulebook) quadricorpo che pompano “racing gasoline” si ottengono 1.300 HP SAE, sei secondi e mezzo di ET e 320 km/h a fine base. Solo cambi manuali a 5 marce più RM.

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“PRO MOD”: Categoria indipendente secondo la International Hot Rod Association (I.H.R.A.) fa parte della COMP DIVISION N.H.R.A.: in quest’ultimo caso la denominazione è completa “PRO MODIFIED”. Motori dalla cubatura “esagerata”, molto difficili da gestire, soprattutto ai fini della sicurezza.

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“FACTORY EXPERIMENTAL”: curiosità puramante storica. Da questi veri esperimenti di oltre trent’anni fa sono nate le FUNNY CARS.

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Una delle prime “funny cars” concepita secondo il modello delle “altered” (che riguardava carrozzerie più datate): il motore è al posto del pilota che siede praticamente sui sedili posteriori: i primi esperimenti in questo senso diedero vita a problemi gravissimi, poi risolti con l’applicazione di rigidi canoni di sicurezza, anche costruttiva.

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“WHEELSTANDER”: una funny car in grado di percorrere tutto il quarto di miglio con l’anteriore ad un metro da terra: l’effetto del “trasferimento dinamico delle masse”, ottenuto tramite lo spostamento del propulsore il più vicino possibile alle motrici.

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“FUNNY CAR”, FC: covered wheel con replica di carrozzeria in materiale sintetico e motorizzazione di un “top fuel”.

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“The Bug”, il primo dragster della storia. Dick Kraft, il pilota-costruttore guidava a torso nudo, nel Luglio del 1950 e fu costretto da C.J. Pappy Hart a montare il ridicolo roll-bar che si vede nella foto. “no comment”.

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Kris “The Greek” Karamesines con questo dragster è stato il primo uomo al mondo a superare le 200 mph (320 km/h) sul quarto di miglio.

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Eddie Hill, già primatista su drag boats (in acqua) nell’estate del 1960 presentò questo curioso bimotore: oltre trent’anni dopo sarebbe stato il primo uomo al mondo a far resistrare un tempo inferiore ai 5” (4.99) sul quarto di miglio.

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Il famosissimo “quadrimotore” di Tommy Ivo, lo “Show-boat”, un capolavoro ingegneristico a 4 ruote motrici dei primi anni sessanta.

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Tony “the loner” Nancy nel 1966 aveva già in mente l’architettura del “rear engine” dragster: la macchina che si vede nella foto ha compiuto alcuni passaggi sul rettifilo delle tribune dell’Autodromo di Monza, nel Novembre 1966.

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1968: uno degli ultimi dragster ad architettura tradizionale. Passeranno ancora tre anni prima che si imponga, con successo,  l’architettura attuale.

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Il “TOP FUEL DRAGSTER” di Tony “the Sarge” Schumacher: 500 pollici cubi, quasi ottomila cavalli, frizione multidisco a bloccaggio controllato, differenziale monofusione, compressore volumetrico, doppia accensione e nitrometano gli hanno permesso di stabilire due records, nel 2005: 4”.437 l’Elapsed Time e 336,15 miglia orarie (540,86 km/h) sulla trap di fine base.

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“JUNIOR DRAGSTER” per bimbi e ragazzi dagli otto ai sedici anni con motori monocilindrici e potenza relativamente bassa: gareggiano solo su 1/8 di miglio.

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Da alcuni anni anche le snowmobiles, opportunamente modificate, possono correre sulla strip in una apposita Classe. Su certe piste è possibile anche assistere a confronti diretti con le moto.

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JET DRAGSTER: un Top Fuel mosso da un motore a getto, derivato da quello di un aereo: solo in Europa è possibile assistere a partenze accoppiate. Negli U.S.A. questi veicoli sono autorizzati a compiere semplici esibizioni “in solitario” per evidenti motivi di sicurezza.

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JET FUNNY CAR: ovvio. Tutti i veicoli con propulsione non automobilistica dovrebbero compiere semplici esibizioni con partenza singola, spesso notturne, per vivacizzare lo spettacolo.

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JET TRUCK: la motrice di un autotreno con propulsione a spinta, assicurata da un motore a reazione. Le regole dovrebbero essere le medesime dei T/F e delle F/C.

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