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Mi è stato chiesto, piuttosto spesso, perchè, parlando di drag racing, faccio sempre riferimento alla National Hot Rod Association: pur se esistono altre validissime organizzazioni preferisco la N.H.R.A. per la sua ineguagliabile esperienza e per l’attenzione posta nella valutazione di tutti gli aspetti della sicurezza. La N.H.R.A. è stata fondata due anni dopo i primi esperimenti legalizzati di drag racing ed ha seguito la disciplina dall’infanzia all’attuale maturità, arrivando a conoscerne tutti gli aspetti, anche quelli meno noti o più difficili da regolamentare e difendere. In termini estremamente succinti, nessun’altra Association ha mai, fino ad oggi, accumulato 55 anni di presenza costante sulle drag strips americane; a dimostrazione della validità della sua regolamentazione si deve aggiungere che dal 1993, per merito di Carl Olson, ex pilota professional sulle strip e pluricampione nella categoria Top Fuel, anche la Federation Internationale de l’Automobile ha fatto riferimento al rulebook NHRA per introdurre il drag-racing nel panorama motoristico europeo.

La fondazione della National Hot Rod Association risale al Marzo 1951 e fa seguito ad una serie di “meetings” organizzati da vari Clubs e dalla S.C.T.A. al fine di creare una progettata “American Hot Rod Conference” i cui futuri membri si resero irreperibili od indisponibili durante l’arco dell’anno 1950. Con un’iniziativa personale Wally Parks ed altri pochi uomini fondarono la N.H.R.A., prendendo spunto dalla lettera inviata ad HOT ROD Magazine da un lettore (Parks era il direttore della Rivista).

I Clubs aderenti alla neonata Associations furono 125 e questa circostanza portò alla decisione di organizzare il “Safety Safari” dal 1954 al 1956; nel corso di questi anni i drag racers avevano scoperto il nitrometano ed altri combustibili definiti “esotici”, dei quali, però, nessuno conosceva gran chè: nonostante la buona volontà dei Technical Inspectors e l’aiuto fornito da un chimico (il dottor Dean Hill) sulle strips molti racers che usavano nitrometano furono vittime di gravi incidenti (almeno uno mortale), per cui all’inizio del 1957 fu instaurato il “fuel ban”, un provvedimento che impediva l’impiego di qualsiasi combustibile diverso dalla benzina.

Un gruppo di drag racers, su ispirazione di Jim Tice e dei due fratelli Bill e Tom Guthery (proprietari di una pista a Marion, Ohio) decise di staccarsi, nel 1956, dall’Organismo capitanato da Parks, per fondare la American Hot Rod Association. Quest’ultima iniziò a guadagnare terreno, in tutti i sensi, diventando il punto di riferimento per molti (tra questi Donald Garlits) soprattutto perchè era ormai chiaro che il nitrometano consentiva il raggiungimento di prestazioni superiori a quelle ottenibili con la benzina. Chris Karamesines superò per la prima volta la barriera delle 200 mph su una strip, il 4 Aprile 1960 ad Alton, Ohio, per la A.H.R.A. Il medesimo risultato arrivò per la N.H.R.A. soltanto quattro anni dopo, grazie a Donald Garlits, rientrato, ma non ancora definitivamente.

Il fuel ban fu tolto soltanto nel 1963, praticamente in coincidenza con l’introduzione del Christmas Tree, ma la popolarità della A.H.R.A. aveva raggiunto le dimensioni di una vera “rivale” che combatteva, preferibilmente, a colpi di novità, soprattutto quelle che incendiavano l’entusiasmo del pubblico, come le “match races” tra Funny Cars e veicoli a reazione.

Con una mossa a sorpresa due tra i più noti hot rodders e drag racers del Sud California, Tom “the Mongose” McEwen e Lou Baney, crearono, nel 1963, una Association tra Piloti, per tutelare gli interessi degli stessi, denominata “United Drag Racers Association”, che si impose immediatamente all’attenzione del Pubblico e, contemporaneamente, si propose come “terzo incomodo”.

Nel 1971 a Lakeland, in Florida, Larry Carrier, con l’appoggio del senatore Carl Moore, decise di creare un quarto Ente: la International Hot Rod Association, la quale, fin dall’inizio, dichiarò guerra (a livello commerciale) sul terreno degli Sponsors e delle Piste, partendo da quella acquisita nel 1965 da Carrier, la Thunder Valley Dragway. Non tutte le decisioni della I.H.R.A. furono popolari: nel 1984 Carrier decise di eliminare dalla regolamentazione i “Pro dragster” suscitando un coro di proteste. Probabilmente era già in vista di un trattativa che si sarebbe conclusa nel 1987 con Billy Meyer, già pilota di Funny Cars e proprietario del Texas Motorplex, una pista velocissima e praticamente nuova. Gli intenti dichiarati di Meyer comprendevano anche “mettere in difficoltà la N.H.R.A.” mediante la costruzione di nuove piste più aggiornate.

Con quattro Big in campo era naturale che la drag race raggiungesse i vertici della popolarità e così fu per tutta la decade che include gli anni settanta. Il decennio successivo, di assestamento, dimostrò come, sul lungo periodo, l’Organizzazione di Wally Parks fosse la più adatta a sopravvivere: nel 1984 la A.H.R.A. cessa le attività di organizzazione, mentre nei primi anni novanta la U.D.R.A. riduce il proprio ruolo fino a diventare un Consorzio di strips che mantiene caparbiamente la denominazione e lo slogan: “off the racers, for the racers, and by the racers” (dei, per e dai Piloti).

La International Hot Rod Association sopravvive ai giorni nostri ma ha dovuto ridimensionare fortemente i sogni di Meyer: pur avendo interessi nelle drag races per veicoli “streetable” e godendo di sponsorizzazioni importanti nel mondo dei drag racers semiprofessionisti, il suo Campionato principale si articola in sole 11 Prove annuali.

Ciò che ha permesso alla N.H.R.A. di mantenere il proprio ruolo per oltre mezzo secolo è frutto di una politica che comprende al contempo, l’accettazione dei trend popolari (magari con un po di ritardo) e la relativa rigidità della regolamentazione che si giustifica con la semplice, lunga esperienza. Ma non basta. Con l’introduzione degli “Junior dragster”, una ventina d’anni fa, la creatura di Wally Parks si è assicurata la presenza in tutte le fasce d’età, a partire dagli otto anni. Una serie di programmi (“Youth Educational”) e importanti contatti con vari tipi di scuole permette di fornire ai giovani indirizzi per la carriera e gare specificamente studiate per gli studenti dei Colleges. Coprendo moto, snowmobiles, veicoli daily driven e duecento Classi per veicoli preparati, dalla sedan di famiglia al Top Fuel, riesce a coprire le esigenze di tutti, import cars e front-wheel-driven comprese. Il successo più importante l’iniziativa “Street Legal”, partita nel 1994, che alla larga diffusione in patria unisce imitazioni partite in altri Paesi del mondo, Europa compresa.

L’organizzazione della N.H.R.A. è suddvisa in sette Divisions regionali che organizzano ciascuna un proprio Campionato, affiancato dall’attuale “Powerade Drag Racing Series” (su scala nazionale), articolata in 23 Prove, da Febbraio a Novembre. Sponsorizzazioni valide e contratti pluriennali con Reti televisive nazionali, oltre al bollettino settimanale “National Dragster”, ne assicurano la presenza nel mondo dei Media con alti indici di ascolto e larga diffusione sul territorio.

Il resto del Mondo vede importanti presenze in Australia ed in Europa, dove, accanto al Campionato Europeo indetto dalla F.I.A., si stanno proponendo sempre nuove iniziative a livello locale: una di queste, provvisoriamente denominata “Street Legal”, fa capo ai tre Clubs di fans delle Americane presenti in Italia. Nonostante il perdurante e caparbio silenzio-Stampa pare che qualcosa si stia muovendo nella giusta direzione.

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Mr. Carl Olson

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