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Si può tranquillamente affermare che l’entusisamo degli sportivi europei di motorismo avrebbe potuto creare una posizione di leadership per l’Europa a partire dagli ultimi anni cinquanta del secolo scorso, anche per le attività legate allo hot rodding.

Nel 1958, sull’Aereoporto di Pomigliano d’Arco (NA), venne organizzata la prima drag-race europea, disputata da militari di stanza nella vicina base N.A.T.O.

Soltanto sette anni dopo, sulla base di Ramstein, in Germania, iniziano le drag races, sempre organizzate da militari americani di base in Europa. Prima ancora, di poco, si apre l’attività in Gran Bretagna, sull’ex aereoporto di Podington, oggi noto come Santa Pod Raceway, mentre si stanno disputando le prime sfide tra italiani e tedeschi per la conquista dei records internazionali di accelerazione sulle brevi distanze (v. “Outside U.S.A.”)

Negli anni successivi in mezza Europa, ivi compresi i Paesi scandinavi, si assiste ad un fiorire continuo di iniziative che riescono a coinvolgere Francia (Le Mans e Le Castellet), e Paesi Bassi (questi ultimi specializzati nelle drag-bikes).

In Italia si organizza il “Trofeo Faraboli”, una gara di accelerazione “in solitario” che spinge il dott. Romolo Tavoni, Direttore dell’Autodromo Nazionale di Monza, ad organizzare “gare-sprint” su corte distanze.

Nel 1966, quando mio fratello, alcuni amici ed io fondammo il “DRAGoons’ CLAN”, sembrava che l’accelerazione potesse rappresentare, sulla falsariga di ciò che stava accadendo negli U.S.A., il futuro degli sport motoristici accessibili a tutti: la CALTEX, sponsor della costruzione di “DRAGone”, il nostro rear-engine dragster, aveva invitato Tony Nancy, a Novembre, per una esibizione di “Blue Wedge” sul rettifilo delle tribune.

Tutto questo entusiasmo spinse la N.H.R.A. ad inviare (già nel 1964 e 1965) un Team Ufficiale (del quale faceva parte Donald Garlits) in Inghilterra con il preciso scopo di “promuovere la drag race”.

Durante gli anni settanta sembra che drag race ed hot rodding debbano calare di interesse: nessun Media se ne interessa, gli annuari dei vari Organismi Sportivi Nazionali non citano neppure la specialità. Ma un gruppo di olandesi, nel 1977, nizia a sperimentare il “tractor pulling”.

Verso la metà degli anni ottanta nasce l’embrione del Campionato Europeo di accelerazione: una delle piste interessate, Hochenheim, appare spesso durante le telecronache dei Gran premi di Formula 1, ma i telecronisti sostengono che il rettifilo tra le conifere altro non è che una “via di fuga”.

Nel 1993 la N.H.R.A. propone, attraverso il proprio Vice Presidente per le relazioni internazionali, Carl Olson, la regolamentazione della drag race alla F.I.A.: il risultato è un Regolamento che si limita alle Classi PRO e SEMI-PRO, ma dimentica tutto ciò che riguarda le Classi amatoriali e la base delle vetture di produzione. Non è un demerito di Olson, una semplice ed inspiegabile mancanza di volontà od un rinvio “sine die” che si è fatto scavalcare dalle varie Organizzazioni locali che hanno regolamentato, del tutto autonomamente, la competizione “Street Legal” (nata nel 1994, in U.S.A.).

Nel 1995 nasce la European Street Rod Association che inizia ad organizzare Raduni continentali ed a raccogliere sotto un unico Ente i diversi Clubs di appassionati di mezza Europa (ma l’Italia, come già sottolineato, non c’è).

Per riassumere, non esiste una sola Nazione in Europa che non abbia dimostrato interesse per hot rods, drag cars o lo hot rodding più in generale. I Raduni di street-rods, muscle cars ed auto americane sono frequentati da migliaia di appassionati e centinaia di veicoli. La medesima frequentazione che si può verificare durante il Campionato (drag) Europeo F.I.A. Purtroppo è tutto limitato ad una ristretta cerchia di persone (giovani e desiderosi di novità) che peregrinano da una location all’altra, in cerca di un segnale che dia il via al boom del motorismo “aperto a tutti”, anche nel Vecchio Continente.

Malauguratamente poche Aziende sono coinvolte in questo Mercato, pochi Media se ne interessano (marginalmente) ed è, così, evidente che gli Sponsors preferiscono “andare sul sicuro” di manifestazioni ritenute più importanti e tali soltanto per il maggior risalto che viene loro riservato.

Questi i motivi per cui, a proposito di hot rodding europeo, si potrebbe parlare della necessità di maggior interessamento, di più consistenti investimenti e di un auspicabile “associazionismo” del quale si tratta nelle pagine “Investors”.

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