Sidebar-top02
Euro_flag02
Italia02
GB_flag02
USA02
childsafe
The birth02
1901_10_1002

La nascita dello hot rodding, così come è stato definito ha, secondo alcuni storici americani, due possibili e totalmente diversi progenitori: Henry Ford o Ed Winfiled.

La data di inizio è, per il primo e più conosciuto personaggio, il 1901; per il secondo, nato proprio nel 1901, si tratta del 1912.

Henry Ford ottenne la sua prima vittoria il 10 Ottobre 1901 sulla pista di Grosse Point, nelle vicinanze di Chicago, battendo quello che veniva considerato il Campione indiscusso degli ovali, Alexander Winton, con la vettura sopra raffigurata, totalmente autocostruita. Secondo alcuni il fatto per cui Ford si lanciò, successivamente, nell’industria, potrebbe gettare ombre sull’attribuzione di paternità: immediata la controreplica dei suoi sostenitori, i quali non citano altro che un’affermazione largamente condivisa dalla Stampa specializzata: “Se non è certo che Henry Ford abbia inventato l’automobile, è sicuro che abbia inventato l’industria delle elaborazioni”. La qual cosa troverebbe prove nella larghissima diffusione delle modifiche artigianali alla Ford T, tacitamente approvate dalla Ford Motor Company per scopi pubblicitari.

Ed Winfield, invece, è protagonista di un episodio molto più pittoresco. All’età di soli undici anni, con la sola esperienza di quattro anni alle dipendenze del fabbro di La Canada (California), privò degli elementi secondo lui non indispensabili la Ford T 1910 dei vicini di fattoria (famiglia Durand) con la collaborazione dei due fratelli Durand, ottenendo la velocità di 60 miglia orarie in un improvvisato carosello attorno casa. L’esperimento di Winfield mirava a provare la possibilità di ottenere maggiori prestazioni mediante la semplice spoliazione di una vettura, così come sostenevano le pubblicità sui cataloghi del General Store.

Non credo possibile risolvere la diatriba, sostenendo che entrambi i protagonisti ebbero un futuro: quello di Ford è arcinoto, molto meno quello di Winfield, pilota dall’età di 15 anni, fondatore di una Fabbrica di carburatori fornitrice dei protagonisti di Indianapolis, titolare di oltre cento brevetti di miglioramento al motore a scoppio ed adottato dagli hot rodders quale “padre dello hot rodding” semplicemente perchè era “uno come noi”.

Il fatto veramente importante è costituito, invece, dal periodo: prima, seconda decade del Secolo XX.

Secondo le prove a sostegno, già prima del 1920 i General Stores dei paeselli  di ogni Stato recavano la pubblicità delle Ditte Sears e Roebuk, fornitrici dei kits di elaborazione prodotti a partire dal 1914 (Morton-Brett) ed anni successivi, fino alla generalizzata offerta di testate a sedici valvole con doppio asse a cammes in testa (1916, Robert Roof).

Durante questo periodo il mercato era indirizzato prevalentemente al circuito delle piste ovali ove qualsiasi teen-ager avrebbe potuto trovare Fama e Denaro semplicemente scatenando la propria voglia di velocità. Le piste più modeste erano vecchi circuiti ippici abbandonati, mentre gli impianti fissi realizzati in legno, pericolosissimi, consentivano ai più incoscenti di ragranellare centinaia di dollari (da 500 a 3.000) ad ogni competizione. Come metro di paragone si pensi che un americano medio guadagnava, tra il 1915 e la fine della prima Guerra Mondiale, all’incirca settecentocinquanta dollari all’anno.

La crescita dei prezzi e la sofisticazione sempre più spinta delle elaborazioni suggerirono presto l’applicazione del DIY (Do It Yourself o fai-da-te) e l’abbandono delle piste ove correvano giovani promesse con meta Indianapolis in mente. In più la malavita organizzata aveva impiantato, ai bordi degli impianti più frequentati, un florido ed immenso giro di scommesse illegali.

Il primo terreno agevolmente praticabile fu inividuato nei larghissimi e lunghissimi viali di Los Angeles, unica Città a registrare il fenomeno delle sfide metropolitane tra giovani e giovinastri: “three lights for a pink slip” (tre semafori e ti tolgo le mutande) il nome delle scommesse proposte da pochi delinquenti che obbligavano giovani di buona famiglia (contagiati dalla voglia di correre) a competizioni in cui venivano messe in palio le vetture lungo un percorso caratterizzato da 3 semafori del Viale: nel caso di perdita, veniva concessa, però, la possibilità di riscatto a cifre esorbitanti. Le lamentele congiunte degli automobilisti, delle Compagnie di Assicurazione truffate per incidenti inesistenti e dei genitori, provocarono la mobilitazione della Polizia ed il conseguente allontanamento dal centro cittadino.

All’epoca i records di velocità su terra (aria ed acqua) costituivano una parte importante del motorismo sportivo e garantivano fama a chiunque fosse riuscito a migliorare un primato: forse spinti da questo inconscio ragionamento alcuni giovani iniziarono a cercare terreni lontani dai centri abitati ed adatti a permettere lo sfogo velocistico.

La cronologia sommariamente accennata può essere collocata tra il 1920 ed il 1940, ma alcuni episodi erano destinati a ripetersi negli anni successivi: come le sfide “stradali” documentate dal “Los Angeles Gazette” tra il 1946 ed il 1948. Non vi sono prove certe che le cose si siano svolte esattamente in questo modo perchè tutte le ricostruzioni si basano su racconti orali, trasmessi e ritrasmessi di bocca in bocca fino a diventare leggenda. Le registrazioni scritte, le fotografie e qualche raro filmato sono relativi ad episodi verificatisi, secondo le più attendibili testimonianze, a partire dalla metà dagli anni trenta.

1910FordModelT-b102

La Ford T model-year 1910: su una vettura come questa Ed Winfield iniziò gli esperimenti di alleggerimento artigianali che gli avrebbero assicurato la qualifica di “padre dello hot rodding”,

track-roadster02

Una track-roadster o streepped Tee (T spogliata): tutti gli elementi non strettamente indispensabili sono stati eliminati.

earlymodelt02

Questa, invece, è una roadster impiegata sui lakes: notare che in questo esemplare, fotografato agli inizi degli anni trenta, sono presenti i fari.

translation-f02
designFC02
envelope
business-card02
phone
my Banner
outlook02