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Nel romanzo di Jack London “Il Richiamo della Foresta” (“The Wild Call”, in inglese) Buck, il cane da slitta, fa vincere una scommessa al suo padrone disincagliando dal ghiaccio una slitta carica di pelli.

I fattori del midwest agricolo, alla fine del secolo XIX, durante la Festa del Paese, usavano scommettere sui loro equipaggi equini e sulle loro capacità di tiro: in pratica si caricava il carro con un peso via via crescente, finchè un solo equipaggio riusciva a muovere il convoglio ed il proprietario incassava la posta. Da questa abitudine trae origine lo sport dello “horsepulling”, oggi chiamato sport perchè in una fattoria, dopo giornate di lavoro nei campi, i cavalli sarebbero troppo stanchi.

Quando nei campi i cavalli furono lentamente sostituiti da mezzi motorizzati (che non accusavano stanchezza la sera del sabato) lo sport cambiò nome in “tractor pulling” o “power-pulling”.

Le prime competizioni organizzate di tractor-pulling risalgono all’anno 1929, nelle città di Bowling Green nel Missouri e Vaughansville nell’Ohio, ma la popolarità a livello nazionale si diffonderà dagli Stati prevalentemente agricoli ad altri territori solo verso la fine degli anni cinquanta con regolamentazioni e classificazioni molto diverse da Stato a Stato.

Bisogna attendere il 1969 perchè i delegati di varie Associazioni locali, in rappresentanza di otto Sati, si riuniscano e diano vita alla “National Tractor Pullers Association” che approva una regolamentazione valida per tutti gli Stati Uniti.

La regolamentazione originaria accetta lo stato di fatto rappresentato da trattori usualmente impiegati per il lavoro nei campi e, quindi, sotanzialmente “stock” o “modified” a mezzo dell’engine-swapping. In tale periodo il motto della N.T.P.A. è “Pull on Sunday, plow on Monday” (ovvero: “tira la Domenica, ara il Lunedì). Questa situazione rimane praticamente invariata per tutti gli anni settanta. Successivamente (anni ‘80) vengono accettati “modifieds” che ospitano più di un motore (il massimo si raggiunge nel 1988 con ben sette propulsori su un telaio modificato) grazie ad una innovazione introdotta da due fratelli dell’Ohio, la “crossbox” (una specie di sincronizzatore ad ingranaggi), che permette di collegare più di un motore al medesimo asse di trasmissione.

La corsa alle potenze sempre più elevate trasformò i “pullers” in veri dragsters che potevano raggiungere (ed in alcuni casi superare) le 125 mph (201 km/h): è questo il caso di trattori motorizzati con il 12 cilindri a V della Allison (North American Mustang P 51), poi seguiti da motori a turbina: in entrambi i casi si verificarono apparizioni di trattori dotati fino ad un massimo di 4 motori d’aereo o 4 turbine. Le potenze in gioco per gli esemplari plurimotore superano i 5.000 HP SAE e rappresentano un grosso richiamo per il pubblico pagante.

La competizione è comunque riservata a veicoli molto più tranquilli: la cilindrata che aveva raggiunto (e minacciava di superare) gli undici litri, fu limitata a 650 cubic inches (10.600 cc), con alimentazione naturale, mentre dal 1989 sono accettati i compressori per veicoli autocostruiti che montano spesso carrozzerie “tipo Altered” chiamati “Funny Cars” e con trazione su un solo assale (no 4WD).

Dal 1991 il monopolio della N.T.P.A. si è dissolto con la creazione della “American Tractor Pullers Association” più recentemente ridenominata “USA Pulling”.

La parte più interessante ed inusuale del tractor pulling consiste in due elementi: il rimorchio ed il secondo pilota. Quest’ultimo, chiamato “operator” è una figura unica in tutto il panorama relativo allo hot rodding in quanto non esiste figura simile in nessun’altra disciplina: in poche parole è l’unico “secondo” presente e previsto dalla regolamentazione.

La “pulling-sled” o, più brevemente “sled” è un rimorchio modificato il cui telaio è lungo dai 12 ai 16 piedi (da 365 a 487 cm.) e largo 4 (circa 1 metro e venti): non è prevista la ralla di traino perchè il differenziale del trattore, attraverso un secondo asse di trasmissione (piuttosto corto), trasmette il moto ad una “gear-box” (in pratica un cambio-demoltiplicatore) che può essere singola o doppia, situata sulla parte frontale del rimorchio stesso: da questa il moto viene trasmesso alle ruote posteriori (le uniche) attraverso un normale asse di trasmissione ed un differenziale.

La “gear-box” ha lo scopo, attraverso una trasmissione a catena, di provocare anche l’avanzamento di una slitta, libera di scorrere, situata alla partenza all’estremità posteriore del telaio. Il peso caricato sulla slitta può essere in pani di cemento precompresso o lingotti d’acciaio e può raggiungere le 65.000 libbre (29.250 kilogrammi) ed avanza verso il muso del rimorchio, man mano che questo procede: l’avanzamento del carico è regolato dall’operator attraverso una leva od una manovella che rallenta od accelera il moto. La progressione del carico verso il muso del rimorchio provoca il progressivo abbassamento di una lama spazzaneve o di una piastra (“dirt shield”) situata sotto il muso del rimorchio che, a questo punto, può provocare l’immobilizzazione di tutto il convoglio.

La competizione si svolge in solitario su una tratta (in terra) lunga trecento piedi (poco meno di cento metri), ma si organizzano anche drag-races a coppie tra i mezzi meno potenti. La difficoltà nel percorrere tutti i trecento piedi di percorso è evidente e per questa ragione le classifiche prevedono la possibilità che vengano assegnati punti anche in caso di “pull-off” tenendo conto della distanza percorsa. In caso di superamento della linea dei 300 piedi si ha invece il “full-pull” o “out of the gate” (fuori del cancello) e ci si riferisce all’Elapsed Time.

I “pullers” sono suddivisi in base alle modifiche ammesse ed a parametri di peso oltrechè al numero delle ruote motrici, al tipo di motorizzazione (diesel, benzina, metanolo, turbina), ed al numero di propulsori.

Il tractor pulling è l’unica disciplina dello hot rodding emigrata in Europa che può contare su un’Organizzazione continentale, l’ “European Tractor Pulling Committee”, che raggruppa 15 Associations nazionali, Italia compresa: i primi esperimenti europei risalgono al 1977, in Germania.

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1968: un trattore “stock” ed una sled molto approssimativa: questi gli inizi del tractor pulling o power pulling.

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L’ operator, addetto all’avanzamento del carico sul rimorchio è generalmente situato all’estremità posteriore del convoglio, ma non è una posizione fissa: il suo abitacolo può essere posizionato anche a lato.

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Questo è un rimorchio classico, dotato di spazzaneve e di “dirt shield”.

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In questa foto un “quad” traina una “mini-sled” nella quale l’operator è sistemato al centro.

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I piccoli trattori “da giardino” hanno un’apposita classificazione, la “Garden” Class.

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Un “Mini-Modified” autocostruito, a due sole ruote motrici.

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Un trattore della Classe “Stock”: quelli con motorizzazione diesel vengono anche chiamati “smokers”.

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Un “pickup” Modified a quattro ruote motrici e motore dotato di compressore volumetrico.

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I “trucks” hanno fatto la loro comparsa intorno agli anni ottanta, sono generalmente dotati di motori diesel e devono mantenere inalterata la linea della carrozzeria.

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Questo “Unlimited” monta ben tre motori aereonautici: si tratta di tre “Allison”, ciascuno dei quali ha una cilindrata superiore (di poco) ai 27 litri!

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Nella classificazione “Unlimited” è anche possibile l’impiego di turbine alimentate, in genere, da cherosene. Si tratta, quasi sempre, di motori originariamente montati su elicotteri.

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Un trattore “funny car” che utilizza la replica in fiberglass di una Ford T, un motore sovralimentato e due sole ruote motrici.

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Foto di parte del meccanismo di una “crossbox”, il segreto dei trattori multipropulsore.

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