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“FUNNY CAR” è stata definita da John Lawlor, nel suo Libro “HOW TO TALK CAR”, “una vettura da competizione inusuale o di concezione non ortodossa”. Niente (neppure la traduzione letterale del termine “funny”) deve lasciar pensare alla follia od alla pazzia. Tecnicamente parlando il concetto di vettura allegerita al massimo sulla quale trapiantare (to swap) motori molto potenti risale a molti anni prima della introduzione delle Funny Cars e si verifica nelle Classi “Altered”,  sui laghi e nella drag race, nelle quali venivano usate carrozzerie di modelli non più in produzione quali la Fiat “Topolino”, la Willis 1941, la Ford Modello “T”, le inglesi Austin e Bantam.

Qualsiasi “macchina da corsa”, secondo il lessico motoristico sportivo americano, può essere una “funny car”: l’esempio più eclatante è quello rappresentato dalla Lotus progettata da Colin Chapman per Jim Clark, vincitore della 500 Miglia di Indianapolis nel 1965: il motore posteriore, le linee filanti e ridotte della carrozzeria dimostrarono, da subito, che l’era dei monumentali “roadsters” tradizionali, motorizzati Offenhauser, stava volgendo al rapido declino.

Nella seconda metà degli anni sessanta la tecnica delle Altered fu adottata, per le drag cars, su modelli recenti: uno dei primi esemplari “trasformati” direttamente dal Produttore risulta essere la Dodge Charger, con due macchine gemelle destinate alle “match-races”, subito seguite dalla Mercury Comet di Jack Chrisman e dalla Chevy “396 II” di Dave Bovan. Questi esempi risalgono alla primavera del 1965 e non rappresentano altro che i primissimi tentativi.

La classificazione originaria (secondo le regole N.H.R.A.) era “FACTORY EXPERIMENTAL” mutata in quella attuale solo nel 1969: ai giorni nostri la Funny Car deve essere pilotata da un pilota professionista, ha un sofisticato telaio in tubi integrato da roll-cage ed è spinta dai medesimi motori dei Top Fuel: circa 8 litri di cilindrata, compressore volumetrico, frizione multidisco a bloccaggio controllato, trasmissione diretta, differenziale in fusione unica, potenze espresse in cifre che superano i 7.000 HP SAE e replica in fibra di carbonio (abbondantemente affinata aereodinamicamente) di una carrozzeria in produzione; dal 1979 sono accettati i “body” di auto prodotte fuori degli Stati Uniti ma i soli ad aver approfittato di questa opportunità sono stati i Giapponesi (Toyota in modo particolare).

I tempi sul 1/4 di miglio sono di poco superiori a quelli tipici dei Top Fuel e le velocità finali di poco più basse: poco meno di 4”.50 e poco più di 500 km/h.

Il concetto di Funny Car è usato quale intestazione del sito perchè meglio di altri abusati termini (hot rod e dragster, ad esempio) esprime la mentalità degli hot rodders e condensa la tecnica delle modifiche apportate a veicoli di produzione originale: alleggerimento ed affinamento della carrozzeria, alterazione delle misure di passo e carreggiata, irrigidimento del telaio e trapianto di propulsore, cambio e trasmissione.

Non ultimo motivo la coincidenza con le iniziali del mio nome e cognome.

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