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Da qualche tempo tempo ho in cantiere la stesura e la pubblicazione di un libro sullo hot rodding. Nelle mie intenzioni dovrebbe essere il compendio di tutto ciò che l’appassionato di motorismo sportivo italiano si è perso in oltre mezzo secolo di progresso, sviluppo e diffusione: semplicemente perchè capire come la Holden australiana abbia affidato ad gruppo di hot rodders californiani la realizzazione di una project-car non è molto facile. Altrettanto impossibile, o quanto meno molto difficile, capire come un essere umano possa controllare un mezzo a motore che eroga oltre settemila cavalli raggiungendo velocità superiori a cinquecento chilometri all’ora in poco più di quattro secondi.

Lo hot rodding ha una storia lunga almeno ottant’anni, in gran parte poco conosciuta persino negli U.S.A. dalle ultime generazioni di hot rodders, ed alcune, se non tutte, le componenti che lo caratterizzano sono comprensibili soltanto se si conoscono storie, episodi, protagonisti e circostanze che ne hanno determinato la nascita e la crescita.

Ho classificato lo hot rodding come “fenomeno di costume” perchè la sua influenza sul quotidiano è rilevante ed interessa spettacolo, televisione, stampa e divertimento scelti da centinaia di migliaia di persone nel continente nordamericano; in più moltissimi europei e cittadini di altri venti o trenta Nazioni del Pianeta ne sono interessati e coinvolti.

Nutro la fondata speranza che il testo possa ristabilire la certezza di verità incontestabili (ad esempio la maggior diffusione degli sports motoristici “atipici” rispetto a quelli “classici”), e la solidità del peso economico che non è possibile, ancora, valutare in quanto “quel” mercato è addirittura inesistente in Europa ed in Italia. Non ultima la vera economicità, per chiunque e rispetto ad altre discipline motoristiche, invertendo una convinzione radicata ma non reale.

Un libro, perchè? E’ probabilmente retaggio della mia formazione in certo qual modo pre-contemporanea o post-moderna: ritengo comunque il libro più probante, meglio consultabile senza bisogno di tecnologia e, quindi, più universale, più soddisfacente, anche sotto il profilo egoistico, di una pagina WEB che ora c’è ed un attimo dopo viene sostituita da tutt’altro; più duraturo (al di là dei problemi di conservazione) e più facilmente trasmissibile alle future generazioni.

Il mio progetto “HOT RODDING, we did it for fun” (questo è il titolo) raccoglie le richieste di “qualcosa di scritto in italiano” che ho raccolto da più parti: tratta del background storico generale e di quello particolare nel quale si sono sviluppate le specialità, fornisce le fonti adatte a verificare ed approfondire, spiega una serie di particolarità uniche ma responsabili della pressochè universale diffusione (Europa ed Australia, ad esempio), fornisce le basi fondamentali affinchè sia possibile capire ciò che, per forza di cose, non è stato possibile conoscere in epoca precedente.

il Book è basato sull’esperienza accumulata in 45 anni di interessamento: riviste, volumi, conoscenza di personaggi, osservazione diretta di avvenimenti e “chiacchere” tra appassionati, on-line e di persona.

 

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"Il libro stampato ha un formato considerevolmente stabile e non richiede tecnologia per essere letto". ("The World in 1997"- the Economist Pubblications)

"The printed book is a remarkably stable format and requires no technology to read it" ("The World in 1997" - the Economist Publications)

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