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“PENSIERI RELATIVI AI GIOVANI, AGLI HOT RODDERS ED ALLA CHEVROLET”

 

“Il movimento definito Hot Rod e l’interesse in operazioni connesse con le elaborazioni e la velocità è in crescita. Come indicazione topica: le pubblicazioni specializzate nello hot rodding e nelle elaborazioni, delle quali almeno una mezza dozzina godono di una larga diffusione e sono distribuite in tutta la Nazione, non esistevano neppure, appena sei anni addietro.

Dalla prima all’ultima di copertina sono infarcite di Ford. Non deve, quindi, sorprendere se la maggioranza degli hot rodders mangiano e dormono sognando una Ford modificata. Essi conoscono i componenti Ford dall’A alla Z e meglio di quanto non possano gli stessi dipendenti Ford.

Un giovane che acquista un periodico per la prima volta è immediatamente introdotto nel mondo Ford. E’ ragionevole dedurre che quando uno hot rodder, od un individuo che vive nell’orbita degli hot rodders, acquista un mezzo di trasporto, acquista Ford. Con l’evolversi dell’età e delle disponibilità finanziarie, essi progrediscono da vecchi rottami Ford verso Ford di seconda mano, infine Ford nuove.

Potrebbe essere auspicabile trasformare questa gioventù in individui mentalmente orientati verso la Chevrolet? Io credo che noi siamo nella posizione adatta a produrre un tentativo coronato da successo. Di contro vi sono molti fattori che giocano contro di noi:

  • – Fedeltà e dimestichezza nella Ford.
  • – L’industria delle elaborazioni è mossa solo dalla Ford.
  • – Migliaia di individui lavorano attualmente e lavoreranno in futuro su meccaniche Ford nel mondo delle competizioni.
  • – L’introduzione del nuovo 8V Ford a valvole in testa, prevista tra appena un anno.
  • Quando la Chevrolet presentò la famiglia di 8V evoluti, si sono registrati pochi tentativi di elaborazione, e nessuno di questi ha avuto successo degno di nota. In più l’apparizione dei V8 Chrysler è stata accolta con riluttanza anche se si deve notare che il successo della modifica Ardun-Ford ha condizionato l’accettazione del Firepower.
  • L’anno corrente è il primo durante il quale si sono registrati sviluppi interessanti, pur se isolati, su propulsori Chrysler. I records registrati a Bonneville sono equamente divisi tra Ardun-Ford e Chrysler.

    Come tutti anche gli hot rodders sono attratti dalle novità. In ogni caso amare esperienze hanno dimostrato loro che lo sviluppo è lungo e costoso e si deve anche sottolineare la loro radicata propensione a rimanere conservatori. Come ho constatato personalmente, uno hot rodder evoluto ha bisogno di almeno tre anni per produrre un particolare migliorato e funzionante. I Ford con valvole in testa saranno giunti a questo stadio tra il 1956 ed il 1957.

    Il potenziale calcolato per il nostro motore 8V RPO è molto alto, ma se le cose procederanno secondo i programmi saremo ancora indietro di un anno – ed allora non molti hot rodders saranno disposti a lavorare sullo sviluppo di un Chevrolet. Un fattore che potrebbe fortemente ridimensionare tale tipo di handicap potrebbe essere la disponibilità di particolari appositamente studiati per le elaborazioni.

    Se fosse possibile rendere più agevole l’impiego di un motore Chevrolet e se i primissimi tentativi fossero coronati da successo, il fascino del nuovo RPO potrebbe diffondersi e non avere quell’impronta di costosità propria dei Cadillac e dei Chrysler e il mutamento di orientamento verso la Chevrolet anticipato. Ciò significa lo sviluppo di un’intera linea di parti speciali – alberi a cammes, valvole, molle, condotti di aspirazione e scarico, pistoni e simili – che dovrebbero essere resi disponibili al pubblico.

    Ora, se questi particolari fossero prodotti come optionals per la Corvette, e l’esistenza della Corvette ci fornisce una scorciatoia, questa linea sarebbe riconosciuta dagli hot rodders come quella giusta per elaborare sia la Corvette che le altre Chevy. In conclusione, siccome non possiamo impedire agli hot rodders di correre con Corvettes e Chevys, ritengo sarebbe meglio aiutarli a fare un buon lavoro.

    Per terminare l’opera le parti RPO dovranno riguardare non solo il motore ma comprendere anche le componenti del telaio. In effetti, l’uso di fusioni leggere per gli impianti frenanti, come dischi e tamburi compositi, sono già nei progetti del gruppo che gestisce il reparto Ricerca e Sviluppo.

    Questi pensieri sono proposti per quello che valgono – il pensiero ad alta voce di un uomo sull’argomento.”

    Firmato Zora Arkus-Duntov

                  • datato: 16 Dicembre 1953

    Il documento sopra riportato è la traduzione, il più fedele possibile all’originale, trascritto sotto. La lettera fu indirizzata a Maurice Olley, capo ingegnere della General Motors, circa sei mesi dopo l’assunzione di Duntov ed il suo trasferimento al Reparto Esperienze Speciali.

    In questo stesso Reparto era in preparazione la futura Corvette, che molti Autori non considerano quale frutto del lavoro di Duntov.

    Il fatto per cui il testo è praticamente sconosciuto in Europa, non ne minimizza in alcun modo l’enorme importanza: a seguito delle proposte in esso contenute, negli anni successivi la General Motors scese in campo negli sport motoristici popolari (drag race e stock cars, principalmente) con l’intenzione di riguadagnare il terreno perduto: la mossa spinse gli avversari (Chrysler e Ford) ad ingaggiare lotte epiche su ogni pista agibile con nuove proposte, montagne di “special parts” ed opzioni di tipo sportivo offerte in ogni Concessionaria della Nazione. Il risultato più eclatante della lettera può essere considerato anche la conseguenza  verificatasi quasi dieci anni dopo (1962) con l’introduzione delle “muscle cars”, veri concentrati di soluzioni estreme e nuove armi in mano ai tre contendenti.

    Prima del “memorandum” l’americano medio era convinto che la Chevrolet, produttrice anche di Taxi, fosse una vettura traquilla ed affidabile quanto lo erano, appunto, i taxi che circolavano per centinaia di migliaia di miglia in tutta la Nazione. In capo a meno di una decina d’anni Chevy (il nomignolo affibbiato alla Marca) divenne sinonimo di prestazioni ed oggi, grazie anche a fortunate linee di motori quali lo “small block”, è la marca preferita dagli hot rodders.

    Un aspetto secondario, ma non certo per importanza, è la testimonianza fornita circa il movimento degli hot rodders, il peso decisivo della Stampa specializzata e dedicata agli hot rodders e l’influenza che questi ultimi potevano avere, ed in effetti hanno avuto, nelle scelte di politica industriale delle tre Grandi di Detroit.

    “THOUGHTS PERTAINING TO YOUTH, HOT RODDERS, AND CHEVROLET”

    The Hot Rod movement and interest in things connected with hop-up and speed is still growing. As an indication: the publications devoted to hot rodding and hop-upping, of which some half dozen have a very large circulation and are distributed nationally, did not exist some six years ago.

    From cover to cover, they are full of Fords. This is not surprising that the majority of hot rodders are eating, sleeping, and dreaming modified Fords. They know Ford parts from stern to stern better than Ford people themselves.

    A young man buying a magazine for the first time immediatly becomes introduced to Ford. It is reasonable to assume that when hot rodders or hot rod-influenced persons buy transportation, they buy Fords. As they progress in age and income, they graduate from jalopies to second-hand Fords, then to new Fords.

    Should we consider that it would be desirable to make these youths Chevrolet-minded? I think that we are in a position to carry out a successful attempt. However, there are many factors againt us:

    - 1.Loyalty and experience with Ford.

    - 2.Hop-up industry is geared with Ford.

    - 3.Law of number-thousands are and will be working on Fords for active competition.

    - 4.Appearance of Fords overhead V8, now one year ahead of us.

    When a superior line of GM V8s appeared, there where remarkably few attempts to develop these, and none too successful. Also, the appearance of the V8s Chrysler was met with reluctance even though the success of Ardun-Fords conditioned them to the acceptance of Firepower.

    This year is the first one in which isolated Chrysler development met with succsess. The Bonneville records are divided between Ardun-Fords and Chryslers.

    Like all people, hot rodders are attracted by novelty. However, bitter experience has taught them that new development is costly and long, and therefore they are extremely conservative. From my observation, it takes an advanced hot rodder some three years to stumble toward the successful development of a new design. Overhead Fords will be in this stable between 1956 and 1957.

    The slide rule potential of our RPO V8 engine is extremely high, but to let things run their natural course will put us one year behind-and then not too many hot rodders will pick Chevrolet for development. One factor which can largely overcome this handicap would be the availability of ready-enginered parts for higher output.

    If the use of the Chevrolet engine would be made easy and the very first attempts would be crowned with succsess, the appeal of the new RPO V8 engine will take hold and not have the stigma of expensiveness like the Cadillac or Chrysler, and a swing to Chevrolet may be anticipated. This means the development of a range of special parts-camshafts, valves, springs, manifolds, pistons, and such-should be made available to the public.

    To make good in this field, the RPO parts must pertain not only to the engine but to the chassis coponents as well. In fact, the use of light alloys and brake development, such as composite drums and discs, are already on the agenda of the Research and Development group.

    These thoughts are offered for what they are worth-one mans thinking aloud on the subject.

    Signed: Z. Arkus-Duntov. Dated: 12/16/53

     

     

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